Cosa sono i lapidari, depositari di conoscenze popolari

Le pietre hanno sempre affascinato l’uomo. Pensate alla sorpresa e la meraviglia nello scoprirne una nuova. Trovarsela tra le mani. Belle e misteriose, non sono certo passate inosservate. Le persone iniziarono a notare che la vicinanza con una o l’altra pietra, portava determinati benefici. Le scoperte fatte venivano poi trascritte, prima in modo confusionario poi sempre più preciso, all’interno dei lapidari.

I lapidari descrivono le caratteristiche e le proprietà delle pietre. Un po’ come funziona con gli erbari per i vegetali. Questi manuali sono stati presenti in vari luoghi ed epoche. All’inizio poco più di appunti indefiniti, alla fine veri trattati, contenenti una lunga serie di informazioni utili.

In epoca ellenistica la produzione dei lapidari ha avuto una bella fioritura, ma la loro nascita va cercata in molti anni prima. Le descrizioni delle proprietà dei minerali erano giù state realizzate da autori come Plinio il Vecchio, Cesare, Varrone…

Le proprietà delle pietre venivano descritte proprio come quelle delle erbe. La differenza sta chiaramente nel fatto che le pietre non sono consigliate per essere ingerite, ma come amuleti da tenere a contatto con il corpo. Alla base vi era già la credenza che i minerali sono esseri viventi, anche se con un ciclo vitale talmente lento da impedire alla maggioranza delle persone di riconoscerlo come tale. Inoltre non venivano illustrati perché era difficile riconoscere una pietra da un’altra attraverso un disegno.

Lapidari tra popoli e culture

Ogni popolo comunque apportava delle modifiche. I lapidari cinesi e indiani riportavano soprattutto le proprietà magiche dei minerali e il loro valore commerciale. Nella cultura cinese hanno radici profonde queste credenze. La pietra più utilizzata e lavorata era la giada, usata come amuleto per curare le malattie renali. In India invece la pietra era vista più come un portafortuna o come un oggetto capace di portare la cattiva sorte.

I lapidari classici invece, quelli romani e grechi, portavano si le proprietà terapeutiche del minerale, ma queste erano valutate in base alle caratteristiche fisiche della pietra, il luogo di origine, le qualità organolettiche… informazioni che venivano tra le altre cose riportate nel testo. Quelli di stampo pagano furono poi manipolati dai monaci in modo da far riferimento solo a Dio e non più alla magia.

Ci fu poi il lapidario glittico in epoca alessandrina. Non descrivono le proprietà della pietra in base alla composizione della gemma, ma all’immagine incisa al suo interno. Tali incisioni dotavano la pietra di alcuni poteri. Si trattava delle volte di segni cabalistici, cristiani o astrologici.

Di grande interesse anche i lapidari arabi. Iniziarono a esistere nel VIII secolo. Solo nel XII venne pubblicato quello più importante, dove era descritto il peso della pietra, la varietà, la durezza, il luogo di provenienza… Successivamente poi vennero riportati i prezzi. Venivano classificati in base al costo. Le pietre interessate erano lo smeraldo, lo spinello, il diamante, l’occhio di gatto, il corindone giallo, lo zircone, il berillo, il granato, la turchese

Informazioni presenti nei lapidari

In base all’epoca e la civiltà i lapidari hanno riportato informazioni diverse. L’uomo andava sempre alla ricerca di risposte utili e spesso le cercava nella natura. Comprese le pietre. Nei lapidari venivano riportate informazioni come:

  • Caratteristiche fisiche (quali il colore, le dimensioni, la durezza…)
  • Proprietà magiche e mediche
  • Corrispondenze con le piante
  • Corrispondenze astrologiche
  • Valore della pietra
  • Luogo di estrazione

Esistono lapidari di poche pagine e altri che invece sono libri in piena regola. Alcuni sono orientati più verso la magia, altri la medicina.

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